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Storia di un pretore
con un contributo di Salvatore Trifirò
con la collaborazione editoriale della Associazione Romano Canosa per gli Studi Storici
C’è stato un tempo, tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, in cui la giustizia entrava nelle fabbriche, e i giudici scendevano tra gli operai con la Costituzione in tasca. L’Italia era attraversata da scioperi e tensioni sociali e i tribunali diventavano campo di scontro tra classi sociali.
Romano Canosa è stato uno dei famosi “pretori d’assalto” di quella stagione, protagonista di clamorosi processi al fianco dei lavoratori e autore di sentenze che scandalizzarono l’opinione pubblica conservatrice.
In Storia di un pretore, ripercorre la sua vita, dagli studi universitari a Roma all’arrivo alla sezione lavoro della Pretura di Milano, passando per la militanza nel movimento “Magistratura Democratica”. La sua è una cronaca coraggiosa e appassionante dei conflitti interni alla magistratura italiana negli anni caldi delle lotte sindacali.
Ma soprattutto è il ritratto vivido di un Paese che cambia, tra scioperi operai e licenziamenti, l’entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori e i processi celebrati in aule stracolme. E poi l’ondata di terrorismo e di repressioni, fino all’omicidio di Giangiacomo Feltrinelli.
Con penna lucidissima, Canosa denuncia le storture del potere giudiziario, i retaggi del fascismo e l’ipocrisia di un sistema che punisce i deboli e protegge i “padroni”.
Pubblicato per la prima volta nel 1978 da Einaudi e ripubblicato in occasione del 90esimo dalla nascita di Romano Canosa, Storia di un pretore è un racconto personale e politico, colto e tagliente, che parla al presente più di quanto si possa immaginare. Una lettura che ha ispirato generazioni di giovani, spingendoli a entrare in magistratura con un’idea chiara: quella di essere, ogni giorno, dalla parte della giustizia e dei diritti.
Romano Canosa (Ortona, 6 agosto 1935 – 7 agosto 2010) è stato magistrato e storico. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Roma “La Sapienza”, ha iniziato la carriera in ambito forense prima di entrare in magistratura nel 1961. Assegnato alla Pretura di Milano, si è distinto per l’attenzione critica verso il sistema giudiziario e per l’impegno nella corrente progressista “Magistratura Democratica”, a cui aderì nel 1969.
Dal 1970 si è occupato di vertenze di diritto del lavoro nel pieno delle lotte sindacali e dell’entrata in vigore dello Statuto dei Lavoratori, contribuendo a rinnovare il modo di intendere la giustizia del lavoro con sentenze innovative e orientate alla tutela dei diritti.
Accanto all’attività giudiziaria ha portato avanti un’intensa produzione saggistica e storica, firmando oltre settanta opere. Tra le più note: La magistratura in Italia dal 1945 ad oggi (1974), Diritto e rivoluzione (1977), Il giudice e la donna (1978) e l’autobiografia Storia di un pretore (1978), in cui racconta il suo impegno come magistrato negli anni ’70.
Ritiratosi dalla magistratura nel 2005, si è dedicato agli studi storici fino alla scomparsa. La sua figura resta un punto di riferimento per l’indipendenza di pensiero e la coerenza etica.