Lidia Poët. La prima avvocata

L’unica, vera storia di Lidia Poët. Con tutti i documenti originali.

Storia di un pretore

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Storia di un pretore
Dettagli del prodotto
ISBN: 979-12-80147-49-3
Titolo: Storia di un pretore
Autori: Romano Canosa
Prefazione: Carla Ponterio
Pagine: 192
Collana: Massime dal Passato
Data di uscita: 5 giugno 2025

con un contributo di Salvatore Trifirò
con la collaborazione editoriale della Associazione Romano Canosa per gli Studi Storici




C’è stato un tempo, tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, in cui la giustizia entrava nelle fabbriche, e i giudici scendevano tra gli operai con la Costituzione in tasca. L’Italia era attraversata da scioperi e tensioni sociali e i tribunali diventavano campo di scontro tra classi sociali.

Romano Canosa è stato uno dei famosi “pretori d’assalto” di quella stagione, protagonista di clamorosi processi al fianco dei lavoratori e autore di sentenze che scandalizzarono l’opinione pubblica conservatrice.

In Storia di un pretore, ripercorre la sua vita, dagli studi universitari a Roma all’arrivo alla sezione lavoro della Pretura di Milano, passando per la militanza nel movimento “Magistratura Democratica”. La sua è una cronaca coraggiosa e appassionante dei conflitti interni alla magistratura italiana negli anni caldi delle lotte sindacali.

Ma soprattutto è il ritratto vivido di un Paese che cambia, tra scioperi operai e licenziamenti, l’entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori e i processi celebrati in aule stracolme. E poi l’ondata di terrorismo e di repressioni, fino all’omicidio di Giangiacomo Feltrinelli.

Con penna lucidissima, Canosa denuncia le storture del potere giudiziario, i retaggi del fascismo e l’ipocrisia di un sistema che punisce i deboli e protegge i “padroni”.

Pubblicato per la prima volta nel 1978 da Einaudi e ripubblicato in occasione del 90esimo dalla nascita di Romano Canosa, Storia di un pretore è un racconto personale e politico, colto e tagliente, che parla al presente più di quanto si possa immaginare. Una lettura che ha ispirato generazioni di giovani, spingendoli a entrare in magistratura con un’idea chiara: quella di essere, ogni giorno, dalla parte della giustizia e dei diritti.




Romano Canosa (Ortona, 6 agosto 1935 – 7 agosto 2010) è stato magistrato e storico. Laureato in Giurisprudenza all’Università di Roma “La Sapienza”, ha iniziato la carriera in ambito forense prima di entrare in magistratura nel 1961. Assegnato alla Pretura di Milano, si è distinto per l’attenzione critica verso il sistema giudiziario e per l’impegno nella corrente progressista “Magistratura Democratica”, a cui aderì nel 1969.

Dal 1970 si è occupato di vertenze di diritto del lavoro nel pieno delle lotte sindacali e dell’entrata in vigore dello Statuto dei Lavoratori, contribuendo a rinnovare il modo di intendere la giustizia del lavoro con sentenze innovative e orientate alla tutela dei diritti.

Accanto all’attività giudiziaria ha portato avanti un’intensa produzione saggistica e storica, firmando oltre settanta opere. Tra le più note: La magistratura in Italia dal 1945 ad oggi (1974), Diritto e rivoluzione (1977), Il giudice e la donna (1978) e l’autobiografia Storia di un pretore (1978), in cui racconta il suo impegno come magistrato negli anni ’70.

Ritiratosi dalla magistratura nel 2005, si è dedicato agli studi storici fino alla scomparsa. La sua figura resta un punto di riferimento per l’indipendenza di pensiero e la coerenza etica.



Lidia Poët in tour

La storia di Lidia Poët è una storia di coraggio, tenacia e ambizione. Noi abbiamo avuto l’onore di raccontarla in giro per l’Italia.

Scopri qui tutte le presentazioni del libro.


Estratto dal libro:

Una donna all’Università di Torino

I giornali di Torino annunciano che una signorina di Pinerolo, Lidia Poët, superati gli esami di licenza liceale nel liceo di Mondovì, proseguirà negli studi all’Università di Torino.

Corriere della Sera, 7 agosto 1877

Questo breve trafiletto è una delle prime evidenze storiche della protagonista di questa storia. La notizia fu data quasi in sordina, annegata a pagina 3 del giornale, appena dopo quella della serenata dedicata un paio di sere prima al principe Tommaso di Savoia a Taranto, con cinquanta barche illuminate, musica, canti e fuochi di bengala.

Eppure, non era una notizia qualsiasi. Il fatto che una donna si affacciasse al mondo universitario, liberamente e senza pretendere deroghe, era una bella novità per il giovane Regno d’Italia.

La legge che aveva permesso alle donne di iscriversi all’università risaliva a nemmeno un anno prima. Si trattava del Regio Decreto n. 3434 dell’8 ottobre 1876, che disciplinava l’istruzione universitaria e approvava il cosiddetto “Regolamento Bonghi”, ovvero il Regolamento generale universitario del 3 ottobre 1875 e il Regolamento per la Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’11 ottobre 1875.

Ministro proponente di quella riforma era stato Michele Coppino, di Alba. Poco dopo, il ministro avrebbe firmato anche la nuova legge sull’istruzione scolastica obbligatoria: la celebre Legge Coppino, appunto.

continua…


Scopri di più su Lidia Poët

Per scoprire di più su Lidia Poët, prima avvocata e donna straordinaria, dai uno sguardo alla nostra rivista Massime dal Passato. Troverai tanti contenuti esclusivi sulla sua vicenda e sulla storia dell’emancipazione femminile tratti direttamente dalle fonti originali dell’epoca:


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