Lidia Poët. La prima avvocata

L’unica, vera storia di Lidia Poët. Con tutti i documenti originali.

Processo a Don Chisciotte

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ISBN: 9791280147103
Titolo: Processo a Don Chisciotte
Autori: Gennaro Carillo - Franco Carinci - Antonio Salvati
Pagine: 104
Collana: Processi Immaginari

Il processo immaginario a Don Chisciotte si propone di svelare uno dei più grandi interrogativi della letteratura: l'immortale personaggio di Cervantes era poi veramente pazzo? O si trattava, piuttosto, di un'abile messinscena per sottrarsi alla vita noiosa e ripetitiva di un piccolo paesino di provincia nella Spagna più profonda? Accusa e difesa incrociano le spade, anzi le parole, per dimostrare tesi opposte: entrambe, però, con ampi e completi richiami a un capolavoro che ancora oggi non finisce mai di stupire, di commuovere, di far ridere. L'originale sentenza finale farà giustizia ma il caso resta aperto, perché Don Chisciotte, si sa, è inafferrabile.


RASSEGNA STAMPA

“Quante scoperte si possono fare processando un classico anche soltanto per gioco. Sotto accusa la follia o la sua simulazione ma appare subito chiaro che c’è qualcosa di molto più profondo. Si discute una visione del mondo. Questa volta per la serie dei processi immaginari sotto accusa è Don Chisciotte. Il romanzo dei romanzi in cui Cervantes inventa e discute il genere nel momento stesso in cui lo mette al mondo."

“Accusa e difesa incrociano le spade, anzi le parole, per dimostrare tesi opposte: entrambe, però, con ampi e completi richiami a un capolavoro che ancora oggi non finisce mai di stupire, di commuovere e di far ridere. L’originale sentenza finale farà giustizia, ma il caso resta aperto, perché Don Chisciotte, si sa, è inafferrabile.

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Lidia Poët in tour

La storia di Lidia Poët è una storia di coraggio, tenacia e ambizione. Noi abbiamo avuto l’onore di raccontarla in giro per l’Italia.

Scopri qui tutte le presentazioni del libro.


Estratto dal libro:

Una donna all’Università di Torino

I giornali di Torino annunciano che una signorina di Pinerolo, Lidia Poët, superati gli esami di licenza liceale nel liceo di Mondovì, proseguirà negli studi all’Università di Torino.

Corriere della Sera, 7 agosto 1877

Questo breve trafiletto è una delle prime evidenze storiche della protagonista di questa storia. La notizia fu data quasi in sordina, annegata a pagina 3 del giornale, appena dopo quella della serenata dedicata un paio di sere prima al principe Tommaso di Savoia a Taranto, con cinquanta barche illuminate, musica, canti e fuochi di bengala.

Eppure, non era una notizia qualsiasi. Il fatto che una donna si affacciasse al mondo universitario, liberamente e senza pretendere deroghe, era una bella novità per il giovane Regno d’Italia.

La legge che aveva permesso alle donne di iscriversi all’università risaliva a nemmeno un anno prima. Si trattava del Regio Decreto n. 3434 dell’8 ottobre 1876, che disciplinava l’istruzione universitaria e approvava il cosiddetto “Regolamento Bonghi”, ovvero il Regolamento generale universitario del 3 ottobre 1875 e il Regolamento per la Facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’11 ottobre 1875.

Ministro proponente di quella riforma era stato Michele Coppino, di Alba. Poco dopo, il ministro avrebbe firmato anche la nuova legge sull’istruzione scolastica obbligatoria: la celebre Legge Coppino, appunto.

continua…


Scopri di più su Lidia Poët

Per scoprire di più su Lidia Poët, prima avvocata e donna straordinaria, dai uno sguardo alla nostra rivista Massime dal Passato. Troverai tanti contenuti esclusivi sulla sua vicenda e sulla storia dell’emancipazione femminile tratti direttamente dalle fonti originali dell’epoca:


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